A Milano vive un gruppo di fenicotteri rosa. Stella Retica è un Sassella di Arpepe che vola alto
di Graziano NaniA Milano vive un gruppo di fenicotteri rosa. Potete incontrarli non lontano da Porta Venezia, nel giardino di Villa Invernizzi, proprio quella del signore dei formaggini. Dietro il loro splendido colore si nasconde un segreto: una dieta ferrea a base di gamberetti rosa. Senza questi, il loro piumaggio virerebbe subito verso un banale bianco.
Pensavo fosse lo stesso per la Stella Alpina, ero certo che senza le rocce delle Alpi non potesse essere lei, invece ho scoperto che si trova un po’ ovunque, dagli Appennini all’India, fino alla Mongolia. Io continuo a pensare che l’originale sia quella delle Alpi. La mia preferita in assoluto non si trova in alta quota, ma cresce spontanea su un’etichetta di Arpepe.
Stella Retica è un Sassella che fa sei giorni di macerazione prima di trascorrere due anni in botte grande. Il suo carattere riflette i vini di Valtellina in ogni minimo dettaglio, senza variazioni sul tema. A partire dal colore rubino molto scarico fino ad arrivare al naso di violetta e piccoli frutti. In bocca è tutto un rimbalzo tra frutta, spezie, sentori balsamici e riverberi ferruginosi, con un allungo formidabile giocato su note nere di liquirizia. Si accompagna bene ai piatti tipici della tradizione valtellinese, ma la sua versatilità lo rende adatto anche a esperimenti più audaci.
La prossima volta lo provo con un cocktail di gamberetti e formaggino Invernizzi.
STELLA RETICA 2011
Provenienza: Valtellina Superiore DOCG
Produttore: Arpepe
Uve: 100% Nebbiolo Chiavennasca
Prezzo: 26 euro
[Illustrazione di Filip Morganti]
2 Commenti
Massimiliano
circa 7 anni fa - LinkBevuto la scorsa settimana con un enorme piatto di pizzoccheri.. quello che si direbbe abbinamento di territorio, in ogni caso vino meraviglioso, espressione perfetta di un vino ben fatto con perfetta adesione territoriale
Rispondivinogodi
circa 7 anni fa - Link...molto bella la premessa e molto bella la descrizione. Sono , inoltre, felice . Felice perché annovero i vini di Ar.Pe.Pe fra i vini non solo "tecnici" , non solo "territoriali" né solo "buoni" , quanto veri e propri vini "poetici" , che danno un senso di piacere cerebrale oltreché fisico. In pochi al mondo hanno il potere di elevare il vino quasi ad un concetto spirituale all'interno di una categoria , e spero di non fare sorridere se li associo , per le loro caratteristiche , ai vini di Leroy oppure Soldera oppure ai poveri (nel senso di scomparsi troppo prematuramente) Bonneau e Arnoux . Un fil rouge che lega questi vini in una sorta di filosofia ed interpretazione quasi esoterica ...
Rispondi