Profilo utente

Stato:
Nome: GiacomoPevere
Membro da: 2011-12-10 19:03:38
Website URL:
Chi sono:

Facebook profile [ Add as friend ]
 

Commenti degli utenti

  1. L'ultimo vino prima che arrivino i Maya e la loro (speriamo) stupida profezia

    Sicuramente le due riserve di Borgogno che ho in cantina (61 e 64) per levarmi la curiosità di scoprire se la loro profezia Maya si è già compiuta o se anche nel loro caso (speriamo) la profezia era tutta fuffa.

    Se poi un’anima pia volesse farmi uscire dal club MBDRC è il benvenuto, NN invitata numero uno per l’occasione.

  2. La storia del Capo di Stato è un racconto emozionante dell'Italia

    Grande post, bellssima storia, non ne conoscevo l’intreccio. Il vino sì, grande pure quello.

  3. Manifesto | Tra redazionali, giornalisti, sedicenti comunicatori e simile umanità

    http://www.youtube.com/watch?v=TylvUGJIi_w

  4. La biodinamica secondo Luca D'Attoma: Duemani e il mare

    Io li ho visti a quasi il doppio, sui 55 e 80. :o

  5. Fenomenologia dell'enoesaurito che fa domande demenziali ai banchi d'assaggio e si bulla pure

    Offro uno step ulteriore. La spada laser di Darth Vader per gli alloctoni che evidentemente sono il lato oscuro della forza, per i vitigni autoctoni ci vuole quella di un cavaliere Jedi. :D

  6. Fenomenologia dell'enoesaurito che fa domande demenziali ai banchi d'assaggio e si bulla pure

    Ha risposto col coltello di ceramica vero? vero? :D

  7. Stasera ho invitato a cena Mosè, Gesù e Sigmund Freud e non so quali vini servire

    Potresi invitare Mark Zuckerberg (tutto è social) lui si che è ebreo e il mondo, pure lui, un pò l’ha cambiato. Un cabernettone californiano ci stà?

  8. Rompere gli indugi e raccontare la propria cantina senza pudori

    E’ uno dei grandi lasciti ricevuti in eredità dal mio nonno centenario che era uso dire non appena si sedeva a tavola e non v’era del vino bianco: “Avete voglia di farmi morire di sete?”. :D

  9. Rompere gli indugi e raccontare la propria cantina senza pudori

    Paura di morir di sete eh… :D

  10. Rompere gli indugi e raccontare la propria cantina senza pudori

    188 Bottiglie ben conservate, il 40% circa parla il dialetto locale frutto di visite, serate ecc con qualche verticalina interessante come quelle del Friulano di Raccaro e della Malvasia di Kante. Il resto è soprattutto Toscana, Piemonte e Champagne poi qualcosina dal resto d’Italia e Francia con incursioni crucche e d’oltre oceano.
    Chicche pochine, un paio di amaroni di Quintarelli, qualcosa di Marcell Deiss, Pergole, qualche annata di Bartolo Mascarello e un paio di Asili di Giacosa EB.

  11. Scova l'intruso | La mappa di Bibenda ha un capoluogo di regione in più

    Non mi pare che al momento il Trentino e l’Alto Adige siano due regioni distinte seppur abbiamo autonomie particolari e il capoluogo (di regione) nello specifico è ancora Trento.
    O tutti o nessuno, se mettono Bolzano voglio anche Udine capitale del Friuli. :)

  12. Scova l'intruso | La mappa di Bibenda ha un capoluogo di regione in più

    bella grossa anche ma puoi sempre dar colpa a Caronte.

  13. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Non mi pare che sano e genuino siano indicazioni nutrizionali, in ogni caso, il problema è che lo spettatore (me compreso) associa alla parola “sano” il significato di: fà bene alla salute, mentre la legge italiana e quindi gli uffici marketing si accontentano di: non contiene sostanze nocive o sono in concentrazioni e quantità tali da non recare danno alla salute.

    Non darei gran colpa ai pubblicitari come se fossero il male del mondo, il loro mestiere (che poi è anche il mio) è comunicare un prodotto nel modo migliore, pensare che questi possano far crociate contro gli uffici marketing che li ricoprono di paroloni mediamente vuoti è fuori dal mondo. Al più, se proprio la coscenza si ribella furiosamente, si studieranno idee, parole, concetti diversi dai soliti (quelle del sano, genuino, ecc…) ma alla fine l’ultima parola spetta sempre al cliente.
    I cassetti delle agenzie sono pieni di idee geniali che non vedranno (purtroppo) mai la luce, lo sò perchè ho visto riempire alcuni di quei cassetti.

  14. L'affaire Bulzoni | Del vino innaturale, ovvero la strategia della tensione

    Se è noir che più nero non si può c’è sicuramente lo zampino del cabernet. O del merlot. :D

  15. La biodinamica chiede Respekt! e in Austria non è difficile ottenerlo. Tecnologia e biodinamica al top

    Non sai che il nuovo trend dopo “fare il vino come si faceva 2000 anni fà” è diventato “fare come si faceva 12000 anni fà” quando l’uomo ancora viveva di raccolta. :D :D :D

  16. Non so come dirtelo ma te lo dico lo stesso: il prezzo sorgente non esiste

    Grazie al cielo…

  17. Non so come dirtelo ma te lo dico lo stesso: il prezzo sorgente non esiste

    Giro nei vigneti, assaggi dai legni e dalle vasche, assaggi dalle bottiglie…

    Ma quando mai, qui sogni, il cliente medio e questo lo posso ben dire perchè se vado da un produttore io sono un cliente medio non gira per i vigneti, non assaggia dai legni e dalle vasche, se va bene assaggia qualche bottiglia e in non pochi casi paga per la visita e la degustazione. Se il vino gli piace compra qualche bottiglia.

  18. Non so come dirtelo ma te lo dico lo stesso: il prezzo sorgente non esiste

    Il normale consumatore? E tu quanti master in sociologia hai fatto per dire chi sia il normale consumatore? Io dico che i miei più stretti amici sono tutto tranne che appassionati di vino eppure quel vino, una volta conosciuto, lo continuano a comprare al prezzo di enoteca.

    Tu invece di marketing mi sà ne hai studiato ben poco, che poi non è nemmeno marketing, è buon senso, accoglienza e capacità di rapporti umani. A te invece il cliente dovrebbe baciarti i piedi solo per il fatto che gli dai udienza. Te ne regalo una, comincia a trattarli meglio, spiega le cose e non porle come verità assolute di Zakk, o così o fuori dai maroni. Magari qualcuno sarà disposto a darti quei due euro in più.

    Clienti ignoranti esistono, ma quelli non comprano nemmeno il dolcetto a 7€ dal produttore perchè ritengono 1,5€ un prezzo fin troppo alto. Quelli non sono il tuo mercato, ne dell’enoteca, ne del produttore.

    Ripeto: mai sentito un ortolano lamentarsi perchè la gente compra le mele dal produttore e non dal suo banco. Idem per salumi, formaggi ecc… quale strana forma di mercato dovrebbe prevedere una protezione del genere per una enoteca?

  19. Non so come dirtelo ma te lo dico lo stesso: il prezzo sorgente non esiste

    Vado in langa (abito in friuli), compro del dolcetto a 7/8€ a bottiglia dal produttore. Torno in Friuli, lo bevo e lo faccio assaggiare pure a qualche amico.

    Ci piace, lo cerco, costa 11/12€ in enoteca, lo compro e se capita lo comprano pure i miei amici.
    Lo trovo anche online, 9,50€, continuo a comprarlo in enoteca, le spese di spedizione in questo caso lo rendono sconveniente.

    Mi ha fatto ca…re, costa 8€, non lo compro più.

    Chi ha fatto l’affare? Suppongo l’enoteca visto che dopo il mio giro in langa e le due boccie comprate dal produttore glie l’ho comprato a casse più e più volte. L’affare l’ha fatto anche il produttore, ha venduto a me due bottiglie, ci ha guadagnato qualcosina in più rispetto a quel che guadagna dall’enoteca e si è fatto 6/7 nuovi clienti che prima non aveva.

  20. Non so come dirtelo ma te lo dico lo stesso: il prezzo sorgente non esiste

    Se vende pochi cartoni il problema per i negozianti non si pone, la percentuale che passa in ogni caso tramite i canali ufficiali è la stragrande maggioranza e le poche bottiglie vendute in cantina sono pressochè ininfluenti.

    Vendere ad un prezzo più basso (cmq più alto rispetto a quello applicato agli operatori) al turista che passa per la cantina è innanzitutto marketing/pubblicità/fidelizzazione del cliente, chiamala come ti pare, bisogna aver studiato alla Bocconi e ai Master Publitalia per capirlo?

    Molto meglio a quel punto non vendere del tutto ai turisti/visitatori ma basta dare una rapida scorsa alle poche aziende che applicano questa politica per capire quanto “pesante” debba essere il marchio per poterselo permettere (Gaja, Tenuta San Guido, Montevertine …)

    Una enoteca che entrasse in crisi a causa di poche bottiglie vendute direttamente dal produttore dovrebbe forse chiedersi se la causa non è forse da trovarsi da qualche altra parte e non in una insignificante percentuale del mercato.

    Non ho mai sentito un ortolano lamentarsi perchè vado a comprar le mele dal produttore.

  21. Questo vino mi piace/non mi piace: tutto il resto è noia?

    Concordo, anche perchè se il termine di giudizio fosse unicamente la q/p nessuno dovrebbe acquistare bottiglie al di sopra di una certa cifra.
    La valutazione assoluta deve prescindere dal prezzo, in base a quest’ultimo, semai, deciderò se acquistarne una bottiglia o un bancale.

  22. Oscar del Vino Bibenda 2012: Intravino aveva il suo insider. Che ci ha spifferato tutto

    Posso esprimere perplessità in merito? ;)

  23. Oscar del Vino Bibenda 2012: Intravino aveva il suo insider. Che ci ha spifferato tutto

    Vogliamo buttare un altro pò di alcol (la benzina costa troppo oggigiorno) sul fuoco?

    http://www.betsdesign.com/Index.htm

    ops…

  24. Guida Veronelli, cronaca di una fine annunciata?

    Volendo, ma ripeto, la pochezza di contenuti (la valida ragione di cui tu parli) fin qui riscontrata non invoglia certo all’acquisto. La compri una volta, forse la compri la seconda poi la loro inutilità ti fà ritornare al cartaceo.
    Esperienza vissuta sulla mia pelle di grafico, web designer che vive in simbiosi continua con iQualunquecosa.
    Se poi vogliamo continuare a ripetere che il futuro è il digitale va bene, diciamolo, ma col fumo e senza arrosto questo futuro è ben lontano.

    Comprati, se vuoi fare l’esperienza contraria, l’app della hacette (solo francese) e capisci la differenza. Nel suo piccolo anche il buon Andrea Gori ha lavorato per un paio di app molto ben fatte, con qualche limite, ma ben fatte.

  25. Guida Veronelli, cronaca di una fine annunciata?

    Che le vendite in formato elettronico siano potenzialmente più alte di quelle cartacee non c’è dubbio. Il punto che volevo sottolineare è che queste guide sono mediamente mal fatte e con pochi contenuti (GR e 2000vini in primis) e quindi poco invogliano all’acquisto. Inoltre non è solo una questione di numeri, ma di margini, perchè il 30% (ipotizziamo) di 35€ è ben diverso dal 30% di 5,6€ (8€ meno il 30% che la apple trattiene). Solo per pareggiare il conto dovresti riuscire a vendere 6 volte tanto e per la maggior parte delle guide che si rivolge unicamente all’italia son numeri quasi impossibili. La guida Veronelli, come già detto, mi pare sia la prima a proporsi come multilingua e quindi potrebbe ambire ad un mercato più ampio, resta da vedere quali e quanti contenuti abbia.