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Nome: Rinaldo Marcaccio
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Commenti degli utenti

  1. Il Syrah a Cortona e l'arte contemporanea dei Tenimenti d'Alessandro

    Degustati entrambi, sabato 9 aprile alla Locanda del Bugiardo di S. Pietro in Cariano, nel corso di una tavolata con produttori locali ed importatori Usa impegnati al Vinitaly e gentilmente offerti in degustazione dallo stesso Luigi D’Alessandro presente alla cena.
    Il Viogner è piaciuto molto: adatto in apertura.
    Un pò meno il Syrah: piuttosto semplice,mediamente intenso e complesso.

  2. È record: 85.000 euro per uno Chateau d'Yquem del 1811

    …ma dentro la bottiglia c’è ancora qualcosa?

  3. Dubito sia amore ma Vinitaly 2012 strizza l'occhio ai produttori naturali di VinoVinoVino e VinNatur

    Cerea e Villa Favorita saranno concomitanti anche quest’anno col Vinitaly?

  4. Qualcuno fermi il Consorzio Picenos o eleggeranno Miss Passerina e Mister Pecorino!

    …giustificabile nel contesto balneare. trattasi di evento leggero; poco più o poco meno di un varietà negli chalet. Il vino c’entra come il cavolo a merenda. Utilizzando il nome originale dei vitigni, si anima la movida to the beach. Nulla di più. Certamente chi promuove l’evento qualche beneficio lo ricava. Non tanto Picenos, quanto le amministrazioni locali e le location prescelte come sede della manifestazione.
    Non credo proprio che l’intento dei promotori sia stato quello d’intercettare l’interesse della critica enologica e dei wine blogger o di elargire cultura del vino alle masse.
    Più che altro lo vedo come fenomeno di costume…in senso lato e pure letterale!

  5. Testimonial che vorrei | Lorenzo Cherubini e la Ribolla di Josko Gravner

    ..ma ancora con i testimonial?..ma che deve testimonià!..e chi gliè crede ai testimonial!..ma Gravner è al corrente di ciò?
    il testimonial può solo testimoniarsi..e basta.

  6. I migliori assaggi del Vinitaly tutti insieme

    Una sintesi approssimata per difetto di due giornate fitte di degustazioni: http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=5138

  7. In che percentuale il sommelier perfetto è un incrocio tra Antonio Albanese e Luca Gardini?

    Punterei l’attenzione sul carattere agonistico della tenzone santodominicana, dalla cui pugna il Gardini è uscito vincitor.
    Posto l’assenza di qualsiasi nesso tra tale evento e il quotidiano del sommelier professionista (perchè nel quotidiano il sommelier non opera agonisticamente), c’è da chiedersi: qual’è la ratio di questo tipo di competizioni organizzate o sfide? valorizzare la figura del sommelier? o che altro?
    cioè a cosa servono ‘ste sfide?
    Perchè se lo scopo è di valorizzare, credo che invece si ottenga il risultato opposto.
    Infatti così si vanno creando partiti pro o contro, proprio sulla base di un’immagine di sommelier estremo, in quanto coinvolto in un evento palesemente ed esclusivamente agonistico, ma che in realtà non rispecchia esattamente la figura professionale e quotidiana del sommelier. Creando una distorsione dell’immagine e del ruolo agli occhi dell’opinione pubblica.

  8. Un altro Soave | Portinari Umberto e Maria, agricoltori

    Ho avuto la fortuna qualche anno fa, di passare un pomeriggio presso l’azienda di Brognoligo e conoscere personalmente Umberto e signora. Grande disponibilità e accoglienza nonostante il mancato preavviso. Ma soprattutto ho apprezzato la passione dell’uomo.
    Tenacemente è riuscito a farmi capire il senso della sua DMR (doppia maturazione ragionata), che al tempo applicava all’Albare.

  9. In che percentuale il sommelier perfetto è un incrocio tra Antonio Albanese e Luca Gardini?

    Morichetti provoca.
    Provocatore!
    ..e meno male che non ha titolato “sfida tra comici”!

  10. Aiutiamo Oscar Farinetti a sostituire Già con un vero "vinino"

    Rosso Piceno ’08 di Castello Fageto.
    alcool 13%; circa € 4. Profumi abbastanza intensi di piccoli frutti freschi, amarena e leggera nota di cuoio. Piacevole e tipico.
    ps.:..ma quello di Fontanafredda come si abbina?..col pesce?

  11. Il Pollenza e Vigne dei Boschi non sono diavolo e acqua santa, ma io preferisco l'acqua santa

    In riferimento all’edizione ’08 del Brianello, da informazione avuta in azienda in via del tutto informale, penso di poter affermare che trattasi prevalentemente di Trebbiano e Maceratino, con piccoli saldi di Sauvignon e Malvasia.

  12. 10 vini italiani che mettono tutti d'accordo

    .. d’accordo tutti non saprei..ma buona parte senz’altro:” Pomorosso di Coppo, Pinot Nero Schweizer di Franz Haas, Kolbenhof ’01 di Hofstatter, A.A. Riesling ’04 di Pacherhof, Pignolo di Buttrio ’02 di Girolamo Dorigo, Vigneto Arborina ’01 di Altare, Pigato U’Baccan ’03 di Riccardo Bruna, Case Vecie ’01 di Brigaldara, Fruttaio Ca’ Rizzieri ’02 di Rainoldi, Vespro ’03 di Fausti.

  13. Vino genuino ed economico, bella richiesta

    Secondo me la richiesta di mister A non può essere in pratica soddisfatta.
    La mia impressione è che mister A sia romanticamente, ma anche legittimamente, attratto da ciò che è stato, ma che mai più sarà.
    L’evoluzione delle conoscenze, delle tecniche, oltre che la messa a frutto delle esperienze maturate nel tempo, sono fonte di progresso. Si tratta casomai di fare in modo che non si debordi e non ci si abbandoni ad una evoluzione incontrollata.
    Mi sembra che sia unanime il giudizio sul deciso miglioramento della qualità del vino in questi ultimi anni; non mi sembra logico innestare proprio a questo punto la retromarcia.
    C’è all’interno del settore vitivinicolo tutta una serie di personalità che pongono in primissimo piano le esigenze della genuinità del prodotto, innestate in una logica più generale di sostenibilità. Qui mister A potrà trovare senz’altro soddisfazione dal punto di vista della genuinità, forse un po’ meno dal punto di vista del portafoglio.

  14. Vino sfuso | (Cerco) tutti i segreti dell'imbottigliamento perfetto

    ..di fatto è l’unica soluzione possibile: tappatrice e tappo a corona.

  15. Vino sfuso | (Cerco) tutti i segreti dell'imbottigliamento perfetto

    Visto che lo sfuso è d’uso quotidiano, conviene andarselo a prendere nelle vicinanze (sempre che se ne trovi di buono); portandosi appresso le dame da 5 litri e lasciando in toto all’azienda le incombenze relative alla conservazione del prodotto.

  16. Penso alle viti ogm e ho tanti perché

    Non si tratta secondo me di demonizzazione, ma di evitare di porsi in modo acritico ed accettare a prescindere; perchè ciò darebbe spazio a chi voglia speculare per interesse particolare.
    Cercare di preservare il più possibile la naturalità del sistema, tenendo sotto controllo le iniziative volte a piegarlo alle necessità dell’uomo dominus, non configura un’interpretazione del momento attuale in senso conservatore, ma piuttosto è un atteggiamento sbilanciato verso la lettura dello scenario futuro.

  17. I produttori bioqualcosa sono i nuovi negri in Italia

    Mi pare di capire che tutto sia opinabile per difetto di normazione e che da qui, tra l’altro, nasca la possibilità di eludere.
    La logica consecutio sarebbe di cercare di risolvere la criticità, una volta individuata.
    Probabilmente non si è manifestata, per ora, una volontà in tal senso.
    Probabilmente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
    Finiamo così a parlare del valore e dell’importanza della coscienza individuale, riferendosi però non a soggetti che di quella fanno un valore, ma a soggetti che evidentemente ne sanno fare a meno e quindi sono anche sordi a qualsiasi rilievo possa essergli posto.
    Per questo ribadisco la necessità di trasparenza e certezze normative; per spostare il baricentro verso la consapevolezza del consumatore e dargli titolo per il giudizio.

  18. Io vorrei essere un autarchico

    …mah!! il termine terroir sarà anche abusato in questa enclave intravinosa, ma al di fuori di essa posso garantire che se ne ignora l’esistenza e il significato.
    andando in controtendenza, proporrei per questo motivo, di inflazionarne d’ufficio l’uso, in modo da debordare anche oltre i confini di tale enclave intravinosa. ;-)

  19. I produttori bioqualcosa sono i nuovi negri in Italia

    ..eh, va bè, ma un conto è la coscienza, un conto è la certificazione. mi sa che limitarsi solo alla prima, non ce lo possiamo permettere ad oggi. un occhio al consumatore non glielo vogliamo dare? un punto di riferimento minimo che impedisca all’utente di disorientarsi di fronte ad un’offerta poco trasparente?
    Rinunciare a certificare è come alzare bandiera bianca.
    Piuttosto sarebbe il caso di sollecitare migliori controlli e regole certe, che tolgano di mezzo le lacune normative o gli altri limiti eventualmente riscontrabili. Senza che per questo motivo, il produttore bio o biodì debba sentirsi in qualche modo defraudato o meglio limitato nel suo rapporto esclusivo con la natura, dalla necessità di certificare e quantificare (proprio della logica industrialista) molecole, prodotti,additivi e quant’altro.
    Anzi penso che lo sviluppo degli strumenti di trasparenza sia indispensabile per veicolare anche le motivazioni alla base della scelta e dell’impostazione produttiva a cui accennava giustamente Nelle Nuvole.

  20. Gianfranco Soldera | La critica vinicola è morta. Viva la critica

    Ho il dubbio che Soldera sia incorso in un equivoco lessicale: parla di critica enologica, pensando alla comunicazione enologica o più in generale all’informazione. Infatti nel corso dell’intervista sostiene:” Il problema è la cultura del consumatore e la forza mediatica o economica di chi non vuole che il consumatore abbia cultura.”
    Non vi è dubbio che il tam tam mediatico basato sull’equazione quantità=qualità che sottende allo sviluppo delle polemiche in corso, speculi su un deficit di conoscenza dell’utente medio o medio basso; di cui chi si occupa di comunicazione (comprese le guide o la critica) è in parte responsabile.

  21. Enoteche e ristoranti contro il prezzo sorgente sbagliano

    Due o tre cose: 1)dal punto di vista del consumatore, qualsiasi operazione di trasparenza sia benedetta. 2) se il signor “Aurora” ha deciso di procedere come sopra, non è stato per uno schiribizzo del momento; un motivo valido ci sarà pure stato!…indovina quale? 3) il tema in questione non lo ritengo importante in sè, quanto come occasione di ricerca di nuove economie, nel tentativo di adeguarsi al contesto economico-sociale cambiato. un punto di partenza per riformulare l’offerta in modo nuovo.

  22. Enoteche e ristoranti contro il prezzo sorgente sbagliano

    Chi pratica ricarichi onesti, credo abbia tutto da guadagnare dall’indicazione del prezzo sorgente in bottiglia.

  23. I modernisti, i tradizionalisti, e tutti gli altri che stanno in mezzo

    quello che dico io è che il momento della degustazione non per forza debba racchiudere tutto lo scibile di un vino. ci possono essere altri momenti a corollario (preliminari, successivi), per approfondire il tema, per capire le ragioni della scelta e le linee guida aziendali; al di là delle interpretazioni o sensazioni organolettiche.

  24. I modernisti, i tradizionalisti, e tutti gli altri che stanno in mezzo

    non è che la modernità o meno debba essere l’oggetto di un’analisi degustativa.
    credo che sia solo una scelta di impostazione produttiva e lì rimanga. ritengo sia piuttosto difficile ricavarla da una degustazione.

  25. Aglianico del Vulture | Le piccole vigne del vulcano spento

    Grandi vini da quelle parti. Veramente formidabili. La grande incisività tannica è sempre bilanciata dalla ricchezza estrattiva.
    Stupor Mundi ottimo. Il Roinos del Vinitaly pure…però non mi ricordo l’annata.