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Nome: Paolo Cianferoni
Membro da: 2009-07-08 11:13:34
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Commenti degli utenti

  1. Fenomenologia dell'enoesaurito che fa domande demenziali ai banchi d'assaggio e si bulla pure

    Tutte le domande sono legittime, ma se si fanno le domande e poi ci si dimentica subito delle risposte, questo è disturbante. Molti fanno domande solo per farsi snob, per far credere che sono competenti ma non per un vero interesse.

  2. Rompere gli indugi e raccontare la propria cantina senza pudori

    A me se regalano una bottiglia o compro una bottiglia al massimo resiste una settimana…. Tengo qualcuna delle mie storiche ma a stento resisto, mi trattiene solo il pensiero che me ne ne devi separare. Mah!

  3. Radda nel bicchiere, due giorni nel cuore del Chianti Classico

    Siccome a volte comincio a sentirmi vecchietto, sono contento di vedere come due giovani produttori possono alla prima apparizione regalare emozioni con i loro vini… e sappiamo tutti noi amanti del vino cosa vuol dire emozioni vinose.
    Anche in questo Radda si contraddistingue in fatto di dinamicità e capacità di esprimere nuove realtà. In un territorio vinicolo, capire che l’unione, la collaborazione e il confronto tra i piccoli produttori E’ l’arma vincente per sopravvivere dignitosamente in questo mondo (e non la concorrenza o l’invidia e aggiungo anche la megalomania) è fondamentale.
    A questo punto, ringrazio davvero degli elogi! :)

  4. Guida Veronelli, cronaca di una fine annunciata?

    Anche io conto fino a 3000, e un dico nulla! Bravo Andrea.

  5. Il ritorno dell'uomo che stava sempre dalla parte giusta del bonifico

    Comunque, la SAQ paga i clienti con cui ha a che fare… alla scadenza, statene certi, paga. Succede così raramente… in Italia, quando lo Stato deve pagare fa finta di nulla, quando deve riscuotere mostra i canini.

  6. Disciplinare del Chianti Classico | Avanti trebbiano e malvasia, abbasso il merlot

    Forse il Post è un po provocatorio, le cose sono complesse e comunque se si parla di vino Chianti Classico questo fa bene alla denominazione proprio perchè c’è confusione nella parola Chianti e questo post fa chiarezza. Oltretutto in un periodo di crisi per questo vino.
    Qualcuno ha domandato a cosa possa servire qualche punto di percentuale di uve bianche (facoltative), come avveniva nel passato e qui rispondo:
    venti anni fa nel territorio se si raggiungevano gradazioni di 11,5° era un successo, per motivi climatici (temperature fresche e climi piovosi), o perchè le percentuali di uve bianche erano usate in modo massiccio per far più vino (Malvasia e Trebbiano possono essere molto produttive). Questi i veri motivi per cui furono eliminate.
    Oggi giorno le condizioni si sono ribaltate, le gradazioni sono aumentate di due o tre gradi per motivi di cambiamenti climatici, le attenzioni per fare vino buono sono ormai spesso maniacali.
    Ecco quindi l’utilità che potrebbe derivare dal ritorno della possibilità di utilizzarne un 2/3%: una sorta di nobile diluizione sopratutto in annate secche e siccitose darebbe un tocco di sollievo a quella eccessiva concentrazione e alcoolicità che molti vini Chianti Classico ormai, oggi, soffrono. Recuperando così da una parte bevibilità e dall’altra argomenti di discussione.

  7. Profezie Maya | Le radiazioni solari provocheranno la fine del mondo e la svolta vin-naturista di Cotarella

    Due stili di produzione si confrontano. A livello internazionale, i vini alla Cotarella o Ferrini ancora raccolgono moltissimo, in Italia meno, mentre viceversa in Italia i vini naturali e territoriali raccolgono moltissimo.
    Vuoi vedere che il dibattito in Italia fa sì che questo Paese sia all’avanguardia nel Mondo?
    Ad ogni modo la divulgazione e la diffusione delle produzioni naturali deve essere sempre ben accolta, in primis per la buona salute dell’ambiente e dell’uomo.
    Qualcuno mi ha detto che se tutti facessero i vini naturali e territoriali, si creerebbe solo concorrenza nello stesso settore. Sciocchezze. Se qualche operatore vinoso inizia a intraprendere una nuova strada naturale, non c’è che da plaudire.

  8. Chimica o bio | Se i vinoveristi sono i nuovi nerd

    La miglior opera che potrebbe fare un produttore bio, e anche i comunicatori del vino, sarebbe quello di non dire mai bio, o qualcosa del genere come “vero”, “pulito”, “ecologico”, ecc.: il vino deve essere apprezzato per quel che è. E’ difficile lo sò. Ma siccome la ragione di produrre bio dovrebbe essere per motivi ambientali e basta, tirare in ballo il percorso biologico per motivi commerciali, mi sembra un controsenso.

  9. Siete davvero pronti per il social-commerce di Facebook?

    C’è un bel libro che si intitola “Internet ci rende stupidi?” di Nicholas Carr. Non è un libro “contro” la rete, ma può servire a capire e a capirci di più.

  10. Didascalizzami questo | Il vino di Beppe Grillo, così bio che più bio non si può

    Prodotto da? Imbottigliato da? L’etichetta è a norma? Contiene solfiti? Certificato bio da chi? Igt, Doc o Docg? Le dimensioni delle diciture sono regolari? e L’Haccp, chi è il responsabile? Il lotto? Il medico competente chi è? I fornitori sono stati pagati regolarmente? I contributi? Il corso antincendio? Il corso sanitario? Se è una società, ha la PEC? L’iscrizione alla Camera di Commercio? E poi, se regalato, l’iva viene applicata? La denuncia della data di imbottigliamento c’è? I registri di carico e scarico? Il registro di commercializzazione? Il registrio dei corrispettivi? Il registro dei rifiuti? L’iscrizione al Sistri? E’ stata versata la quota al Conai?…
    Comunque auguri, perchè c’è tanto rischio!

  11. 7 riflessioni profonde su Slow Wine 2012

    C’è un aspetto che vorrei sottolineare, oltre a “Fate il vino che vi piace e poi spiegatecelo” (Giavedoni) e “Il vizio tutto italiano di parlar male del proprio vicino deve finire” (Gariglio), che secondo me sono concetti molto importanti per fare “sistema” senza andare in ordine sparso.
    Ho notato molti giovani, giovani che sono venuti a visitare le vigne e le cantine, giovani curatori, giovani entusiasti. Ottimo. Ho anche notato, io ero alla presentazione dei “vini slow” e chioccciola, quello che in pochi hanno notato:
    c’erano cinque ragazzi con problemi comportamentali e down, su quindici, della scuola alberghiera che facevano servizio presso i tavoli. Il ragazzo vicino a me alla fine aveva fatto un lago di vino sui tavoli, è inciampato, moccolava perchè non riusciva ad eseguire operazioni che normalmenmte sono molto semplici. Mi ricordava molto “Hollywood Party”. Insomma, nonostante questo, c’era un’atmosfera serena, ammirevole, solidare che, devo ammettere, non si è mai riscontrata in altri eventi del genere, dove tutto deve essere perfetto. Ma la perfezione non esiste, e nel vino pure. Quindi un grande grazie a questi cinque ragazzi, e non solo a loro.

  12. 5 ingressi OMAGGIO alla presentazione di Slow Wine 2012 per capire cosa si fuma beve alla Woodstock del vino

    Ci vediamo lì…

  13. Campagna progresso a favore del consumo di vino (specialmente il sabato sera)

    Quoto!
    Ricordiamocianche di accompagnare il vino con anche solo un panino, del formaggio, quello che di più semplice viene alla mente. Ma mai a stomaco vuoto.

  14. Coccolino Concentrato | Come ammorbidire i vini in affinamento

    Nei concorsi internazionali, nei mercati cinesi e americani generalmente non gli piace duro e spigloso, gli piace morbido, morbido, quasi molliccio, vellutato e tenerone, da succhiare con voluttà la sera dopo mangiato, o in compagnia il pomeriggio. Rigorosamente fuori dai pasti…

  15. Degustatori o giornalisti?

    Ottima e attenta analisi. In effetti il consumo di vino in Italia diminuisce spaventosamente e una delle ragioni può essere davvero una comunicazione troppo elitaria, troppo estetica, incomprensibile a molti. E poco giovanile. Vecchia.
    Spesso mi pare che che un buon semplice bicchier di vino supera di gran lunga tante chiacchiere ricamate sopra le righe ad arte e che queste impauriscono un consumatore che non riconosce più, nel godere di un bicchier di vino, un atto quotidiano salubre e culturale.

  16. 3 bicchieri 2012, 5 bottiglie, chiocciole, cavatappi e grappoli. La gente vuol sapere

    3 Bicchieri anche all’azienda Agricola Col di Bacche, indiscrezione del produttore Alberto Carnasciali, che mi sembra mi abbia detto al Morellino.

  17. La vendemmia 2011 (prima che inizi la tiritera dei trombonismi da Consorzio)

    Qui a Radda in Chianti, le vigne soffrono sopratutto per chi ha Merlot, poi qualcuno interventista ha sfogliato i primi di agosto sbagliando completamente, perchè le foglie accanto al grappolo ombreggiano efficacemente. Il sangiovese è fantastico nelle zone basse e umide (alla faccia di chi crede che le migliori vigne sono quelle meglio esposte…. vedete come nella vita mai dire qualcosa di certo e definitivo!); il sangiovese comincia a soffrire nelle vigne a sud, ma basta un temporale a settembre per dire: ottima annata! Direi che anticipare troppo è uno sbaglio qui in Chianti, e a Radda in particolare dove l’altezza media delle vigne è a 400/500 metri, in quanto la maturazione non alcolica ha bisogno del tempo necessario e da sempre Settembre è il mese fondamentale per la qualità. Penso in generale che quest’anno l’interventismo non premia….

  18. Comunicazione aziendale al tempo dei LOL | Lamberto Frescobaldi è un contadino. E io sono Lady Gaga

    Una precisazione: negli anni settanta, siccome la parola “contadino” era disprezzata, arrivò la definizione di “Coltivatore Diretto”, definizione più garbata e pulita, un po abbandonata in questi ultimi tempi, ma che sicuramente offre una definizione più precisa oggi.
    Anche in inglese si dice “director of cultivation”, mentre la parola “peasent” è disprezzante.
    Un contadino o Coltivatore Diretto è colui che segue una sua beatitudine, una chiamata interna che proviene dal profondo di se stessi…
    ( http://www.caparsa.it/getunstuck.htm )

  19. Dichiariamo ufficialmente aperto il boicottaggio delle bottiglie pesanti

    Sono contento che questa idea, lanciata da me alcuni anni fa nel mio vecchio blog e poi ripresa brillantremente da Carlo Macchi stia avendo successo anche su intravino.
    http://www.winesurf.it/index.php?file=onenews&form_id_notizia=297
    Questo dimostra come internet riesce a far circolare le idee di tutti, se c’era bisogno di dirlo di nuovo.

  20. Insider | Come funziona il Concorso Mondiale di Bruxelles?

    Caro Leonardo, mi piacerebbe sapere un parere se in questo tipi di concorsi (tra l’altro quest’anno ho partecipato e devo dire che qualche anno fa presi la medaglia d’oro col mio Doccio a Matteo Riserva 2001 che finì velocemente forse anche grazie al premio), dopo le valutazioni di degustazione come hai illustrato, esiste una sorta di punteggio “politico”, in base a qualche interesse… un po come succede in qualche guida… oppure tutto si muove asolutamente in un regime democratico di parità.

  21. Ho visto il futuro del vino e non mi è piaciuto. Per niente

    Mah, secondo me il futuro del vino in Italia dipende da:
    -- recupero dei consumi interni
    -- qualità ambientale e salubrità del vino italiano
    -- poca produzione
    -- consapevolezza e quindi orgoglio della superiorità del vino italiano anche per i numerosissimi vitigni autoctoni locali, che nel mondo se li sognano
    Credo poi che il mondo industriale, applicato al vino, farà sempre meno “mercato” per i vini dei vignaioli. Le due strade ormai sono già tracciate: una logica industriale che farà la sua strada come gli pare (finanziarie, ecc.) ma anche una logica artigianale con tutte le implicazioni virtuose connesse sopratutto nei territori vocati.
    Quindi, la vedo bene per il futuro e non mi preoccuperei dei cinesi: mi preoccuperei solo se fossi un indusriale…

  22. Didascalizzami questa | Sinistra, enologia e libertà

    un po di leggerezza e un sorriso è quanto forse ricerca la candidata sindaca, non di più. Qui nel blog si cerca la qualità nel vino, si stimolano tanti argomenti interessanti, ma non mi pare che l’intenzione delkla candidata fosse andare in questa direzione. :)

  23. Didascalizzami questa | Sinistra, enologia e libertà

    Interessante…

  24. Mettiamoci in testa che mercato non fa rima con peccato

    Non demonizziamo il mercato.
    La questione è quanto tempo occorre impiegare per vendere il vino. Se gli investimenti devono essere superiori ai costi di produzione del vino, sono disorientato. I guru del vino affermano che occorre smettere di investire in beni strumentali e incentivare il marketing. Se si deve fare così per andare avanti il consumatore quando comprerà una bottiglia da 10 euro, 1 euro è per il vino e 9 euro per il mercato (e oggi è quasi così). La domanda che mi faccio è questa: deve essere così, oppure esistono soluzioni più equuilibrate? Io penso di si.

  25. Se Luca Maroni è un guru del vino, io sono il Brad Pitt di Maremma

    Ao!, ma pure qualche produtore ha 5 figli, vedi il sottoscritto… cosa non si farebbe per l’Italia… ;)