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Nome: Lucia Barzanò
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Commenti degli utenti

  1. Il Mosnel, ovvero, la Franciacorta tra passato e futuro

    Ringrazio Andrea e Jacopo per il bel reportage, bello leggersi su Intravino :)
    La degustazione per noi è stata una bellissima occasione di confronto e di approfondimento.
    Vorrei solo sottolineare che il nostro Franciacorta Brut rimane di solito 24 mesi sui lieviti e che la SCELTA dell’Azienda è di metterlo sul mercato trascorsi circa 6 mesi dalla sboccatura indicata da molti anni chiaramente in retroetichetta (consegnamo ora quello con sboccatura Giugno 2012). Riteniamo sia una maturazione corretta per apprezzarne sia la freschezza che la complessità, o come dice Andrea si trova “in mezzo al guado tra giovinezza e complessità”. Ricordiamo che una volta uscito dalla cantina il vino arriva sugli scaffali delle enoteche o nelle cantine dei Ristoranti, quindi viene consumato anche dopo mesi. Per i Millesimati più importanti abbiamo invece SCELTO di uscire dopo circa un anno dalla sboccatura.
    Vero è che c’è ancora tanto da fare per far conoscere meglio i Franciacorta sia in Italia (per fortuna Andrea la situazione è più rosea di quanto tu dici), che soprattutto all’estero dove si comincia solo ora ad affacciarsi seriamente.

  2. Accorrete numerosi al Baratto Wine Day

    Confermo: il Baratto Wine Day è veramente geniale!
    L’altro giorno mi è capitato di partecipare a quello in programma al VinixLive5, da Andrea Bezzecchi all’Acetaia San Giacomo e l’ho trovato divertente e molto efficace.
    Fa parte di quel nuovo approccio al vino; meno formale e più “pop” di cui anche le varie degustazioni seriali tipo Lambroosky sono un esempio.
    Finalmente un po’ di aria nuova nella comunicazione del vino!
    A Genova non credo che lascerò le bottiglie sul tavolo, perchè ritengo la trattativa il momento più divertente in cui si mette in campo la propria abilità e la propria idea (che è diverso dallo sfoggio di conoscenza) di vino.
    Bella idea, complimenti a Davide Cocco che, a quanto ne so, ne è l’ideatore

  3. Avatar, miti, ed altri aggeggi social. Come fare per

    Ci sono invece Aziende vinicole italiane di medie dimensioni che si sono avventurate sui Social Network e con discreti risultati direi, non farò esempi neanche sotto tortura ;-)
    Dico solo che il nostro caso di comunicazione web 2.0 è appena stato oggetto di una tesina all’Università di Padova, piccole soddisfazioni.
    Per quanto ho potuto verificare dalla mia esperienza diretta il decalogo che riporta Fiorenzo è puntuale e utile.
    Non è certo con i SN che una cantina può pensare di fare fortuna, ma penso che una presenza ben studiata e misurata sia molto più efficace di quanto si possa pensare. Non garantisce tanto vendite in più (arrivano anche quelle), ma è decisivo per costruire la reputazione dell’Azienda.
    Credo che ormai non ci si possa più permettere di trascurare il famigerato web 2.0; richiede tempo, costanza e creatività, ma i risultati arrivano.
    Chiaro, il prerequisito DEVE essere la qualità dei prodotti senza compromessi, la serietà dell’Azienda e la disponibilità ad aprirsi al confronto.
    Secondo me il problema della Privacy, che molti paventano con timore, è un falso problema; ci sono tutti gli strumenti per decidere cosa rendere pubblico e cosa no.
    Per esempio io pensavo che il momento d’oro di Facebook fosse già passato, invece noto proprio in questi giorni una sorta di travolgente onda di nuove presenze, sia di persone che di Fan Page (o come diavolo si chiamano dopo l’enensima modifica).
    Personalmente credo molto in Twitter, mi sembra uno strumento davvero efficace e anche divertente.
    I SN vanno usati; si prova e si calibra la propria presenza, ma starne fuori perchè “non ho tempo da perdere” mi sembra un atteggiamento poco intelligente.

  4. Si fa presto a dire etichetta

    Penso che l’etichetta ormai abbia il solo compito di comunicare il Marchio ed i valori che questo porta con sé e di essere il più “piacevole” possibile; ché già “bella” sarebbe troppo, per quanto è soggettiva la bellezza (soprattutto in tema di etichette).
    Per il resto c’è (ci sarà) il QRcode che può raccontare efficacemente la storia dell’enologia mondiale dalla preistoria in avanti a chi abbia voglia di approfondire.

  5. Non-solo-uomini | Benvenuta a bordo, Lady Eleonora

    Non sono certo femminista e la storia delle quote rosa mi fa sbadigliare anche più di una puntata di Porta a Porta.
    Però questa notizia mi fa davvero piacere, perché Eleonora Guerrini mi sembra persona molto preparata ed equilibrata.
    In bocca al lupo dunque Eleonora e un nuovo Feed si aggiunge sulla fiducia

  6. Angelo Gaja e il convegno delle beffe

    Luca hai ragione, sono ancora troppo poche le aziende vinicole che lavorano seriamente sul web e non capisco perchè; visto che è una comunicazione così efficace.

    Tornando al mio commento di ieri, vado OT ma ci terrei a dire una cosa ad Antonio e Fiorenzo e a tutti gli altri autori del network.
    Seguo Dissapore dal primo giorno, è la mia lettura del mattino, mentre bevo il caffè.
    Ho apprezzato tantissimo fin dai primi giorni la linea editoriale, la novità, lo stile; avete indubbiamente inventato qualcosa che non c’era e dato che vi ho visti nascere mi sento coinvolta, quasi una di voi.
    Ultimamente ho notato che qualcosa sta cambiando, mi sembra che vi stiate “striscialanotiziando”, che ricorriate sempre più alla polemica, al sensazionalismo per attirare l’attenzione e questo, a mio avviso, toglie il piacere della lettura.
    Un conto è affrontare un argomento con la vostra preparazione, con arguzia e sagacia ed aprire un dibattito; ben altro è sparare titoloni ad effetto e magari attaccare qualcuno o qualcosa per fare notizia. Forse è solo una mia impressione e mi potete smentire dimostrandomi che non è affatto così; non so cosa ne pensino gli altri lettori.
    Io non sono nessuno e non tocca a me giudicare né tantomeno dare consigli; il mio è un appello: non fate gli stessi errori dei media tradizionali (carta stampata e tv), il web dovrebbe proporre modelli di comunicazione diversi.
    Non avete bisogno di strillare le notizie o fomentare risse virtuali; vi si legge perché siete bravi.
    Scusate l’accorato appello e l’invadenza mista ad arroganza, ma ci tengo molto alla mia lettura del mattino.

  7. Angelo Gaja e il convegno delle beffe

    Ho seguito tutto il convegno e sinceramente l’ho trovato interessante; forse non tutto, certo un po’ troppo lungo, però ho apprezzato alcuni interventi e alcuni spunti emersi durante il dibattito.
    Non mi sembra si siano affrontati solo temi banali e già sentiti e sono convinta che su questi argomenti ci sia ancora molto da dire.
    Quindi non capisco tanto questo post così gratuitamente polemico.
    A proposito non è che ultimamanente su Dissapore vi state un po’ “striscialanotiziando”?

  8. Good news | I 3 bicchieri 2010 sbancano a San Francisco

    Io ero sia a New York che a San Francisco ed ho avuto un’ottima impressione da entrambe le tappe.
    Pubblico qualificato ed interessato e davvero tanta gente.
    In California qualcuno ha anche accennato a timidi segni di ripresa dell’economia.
    Da quanto ho potuto constatare i vini sono stati molto apprezzati e mi fa piacere trovarne riscontro nelle parole di Alder Yarrow.
    L’Italia vinicola che fa bella figura all’estero fa bene a tutti

  9. Le 10 donne del vino più influenti che Decanter ha dimenticato

    Grazie Ivano, che onore!
    Sono in ottima compagnia e davvero lusingata.
    A presto,
    L.

  10. Lambroosky in Franciacorta: una frizzante rivoluzione

    Mi prenoto già per #Lambruschi4.
    Sono sicura che domenica sarà una degustazione molto interessante e per me l’occasione di colmare vergognose lacune in tema di Lambrusco.
    A domenica

  11. Vino in fiale | Assaggiare meno, assaggiarli tutti

    L’idea è bellissima, non c’è dubbio, anche se per un Franciacorta non è realizzabile.
    Mi sembra però che si rimanga nel marketing puro, per non parlare dello spreco di imballi e risorse.

    Pensandoci però il Franciacorta si potrebbe imbottigliare nelle fialette dei profumi, quelle con il mini vaporizzatore, per poterlo “indossare” proprio come un profumo inebriante.
    Se marketing deve essere…

  12. Che vino scegliere per il primo appuntamento?

    Visto che il vino al primo appuntamento lo devo inevitabilmente scegliere io (echeppallle!) preferisco sempre una bolla; bianca, rosa o rossa basta che le bollicine allietino il pasto e non nascondo che certe volte hanno anche risollevato la serata…

  13. Alla fiera di Merano per due soldi o giù di lì

    Io ci sarò sabato e domenica, dall’altra parte del tavolino nr. 7.
    Non posso che consigliarvi due assaggi di Franciacorta da noi: un Pas Dosé e l’EBB: un Millesimato 2005 da sole uve chardonnay. Vi aspetto

  14. A Fornovo | Una domenica in famiglia, naturalmente

    Magnifica atmosfera hai evocato Dan con questo post.
    Mi tornano alla mente tutti i Vinitaly che ho fatto al nostro stand da bambina per stare vicina a mia madre (è passato qualche annetto, non dico quanti…).
    Com’era diversa l’atmosfera anche a Vinitaly allora, tutto più semplice ed autentico.
    Non per fare sempre quelli che “si stava meglio quando si stava peggio”, ma speriamo tornino quelle atmosfere e quell’approccio al vino più umano e meno markettaro.