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Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 12th, 2012 at 23:13Mirco, in questo commento hai ragione da vendere. Lasciaciami però sognare di riuscire a proteggere il colfondo e limitarne la produzione nell’area storica (Asolo, Conegliano e Valdobbiadene).
E’ vero, la gente non sa qual’e la differenza tra charmat e rifermentazione in bottiglia ma il nostro compito è ragionare nel lungo periodo, se questa tipologia di prosecco prenderà piede (come mi auguro) la vorranno fare tutti in qualsiasi regione d’italia e sotto lo stesso nome. Questo non è giusto e noi DOBBIAMO proteggerlo da commerciali senza scrupoli prima che sia troppo tardi.
Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 12th, 2012 at 07:52piano piano arriveranno. ;)
Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 11th, 2012 at 21:26di quale gruppo stai parlando?
Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 11th, 2012 at 08:38Non ricordo da quanto tempo è stato registrato ma ad occhio direi più di 4 o 5 anni. Domanda da ignorante, che importanza ha sapere da quanto tempo è registrato il marchio colfondo?
Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 11th, 2012 at 08:27Gianpaolo, il nome è stato registrato molti anni fa e sotto varie forme (col fondo, colfondo, progetto colfondo ecc ecc) le strade percorribili a mio parere sono due, la prima è andare da chi ha registrato il marchio e chiedere di poterlo utilizzare(dubito comunque che lo facciano), la seconda è registrare il marchio grafico che però non credo abbia molto senso.
Come ti dicevo su facebook il problema è che essendo il confondo prodotto tradizionale delle colline trevigiane ( Asolo, Conegliano, Valdobbiadene) basterebbe andare in comunità europea facendo notare questa cosa, si renderebbe il deposito del marchio nullo e tutti potrebbero utilizzarlo.
Facendo questo percorso la cosa purtroppo si complica non poco.
Luca
Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 9th, 2012 at 22:40Il problema è che non so se si possa registrare un nome di una metodologia
Prosecco Colfòndo: c'è del torbido nella Marca trevigiana
luglio 9th, 2012 at 13:31La domanda regina è: come lo proteggiamo il colfondo?
Il primo che mi da la soluzione sarà omaggiato di vino della casa per il resto della sua vita
Vini naturali in Sardegna. Alla ricerca di parole comuni per definire cosa sia naturale
luglio 9th, 2012 at 10:12Attenzione Vittorio, prima dell’impianto si può anche fare una rippatura del tereno, in quel modo si renderebbe soffice la terra senza l’aratura ;)
Signori, il mostro. Anzi, i mostri: Tavernello frizzante, Rosé e Bianco
luglio 9th, 2012 at 09:56Non credo che alla caviro usino filtri di cartone.
Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali
giugno 19th, 2012 at 07:13Che poi usare il 50%in meno di solfiti rispetto ai limiti di legge non è cosa così difficile né!! Credo che qualsiasi azienda con un po’ di attenzione riesca a farlo.
Luca
Dottore, è grave? Mi piacciono i bianchi col fondo
maggio 14th, 2012 at 14:24Ora, non vorrei fare la parte del precisino ma io definirei colfondo solo i rifermentati in bottiglia. Vini fermi con un residuo sul fondo a mio parere sono altra cosa.
Tra l’altro permettetemi di usare il vostro sito per pubblicizzare un piccolo grande evento tutto incentrato sulle rifermentazioni in bottiglia dove saranno presenti 12 giovani produttori di Colfondo dell’area docg (Asolo, Conegliano e Valdobbiadene).
Assieme a noi altri 3 buonissimi rifermentati in bottiglia, la garganega di Menti, il fortana di Mirco Mariotti e il raboso de “le tessére”
http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=6218
Fail | Il brindisi più triste della storia: bicchieri di plastica e vino nel cartone
aprile 4th, 2012 at 12:04magari :)
Fail | Il brindisi più triste della storia: bicchieri di plastica e vino nel cartone
aprile 3rd, 2012 at 20:20a vinitaly servivano rosè su bicchieri di plastica con dentro 2 cubetti di ghiaccio. Al peggio non c’è mai fine
Multe | Anche Martino Manetti di Montevertine nel suo piccolo si incazza
marzo 7th, 2012 at 07:06Anche qui problemi sulle etichette, scrivere delle parole alte 3 mm invece di 4 porta multe salate. Scrivere docg invece di denominazione di origine controllata e garantita idem.
Il problema secondo me è un altro, nessuno dei controllori si prende la responsabilità di firmare una carta dove attesta che quell’etichetta è in ordine, se poi si chiedono informazioni ci si sente rispondere: noi non siamo un agenzia di consulenze.
Io esporto Prosecco in America, li si mandano prima le etichette ad autorizzare, quando arriva l’ok dall’ufficio preposto si stampano e si è sicuri che non ci saranno più guai.
Vogliamo poi parlare dell’ulss?
Consigli a un giovane degustatore
febbraio 17th, 2012 at 12:16oh cazzo! e adesso come facciamo coi vini puzzoni, ossidati e con volatili altissime?
Nel frattempo, i nativi naturali conquistano il mondo
febbraio 1st, 2012 at 12:28quoto parola per parola
Il Vangelo secondo Bressan
dicembre 20th, 2011 at 21:07credo che l’aggiungere spezie sia comune ancora oggi in moldavia ;)
Vedo gente, faccio cose e per sapere tutto sul vino uso internet
dicembre 14th, 2011 at 20:14straquoto
Tornando da Natural European Wines a Zurigo ho pensato a don Lorenzo Milani
dicembre 14th, 2011 at 12:24Stefano, Corrado,Enrico, anche io sono pienamente d’accordo con voi. Ma in base a cosa si decide che un vino è buono e un’altro cattivo?
Secondo me dobbiamo dare valore oggettivo ai difetti non a seconda dei gusti personali. Sbaglio?
Tornando da Natural European Wines a Zurigo ho pensato a don Lorenzo Milani
dicembre 14th, 2011 at 09:23Alessandro, vero, quello che per me può essere un difetto per te è un pregio. Solo che se la mettiamo sotto questo punto di vista non ne usciremo mai. Come facciamo quindi a catalogare i “difetti del vino”
Si è detto che la volatile non può essere valutata analiticamente, in certi vini si sente in altri no a parità di dato chimico, verissimo anche questo.
A me la solforosa infastidisce parecchio, nel senso che mi irrita il naso ;) però se usiamo lieviti indigeni dobbiamo mettere in preventivo di avere tendenzialmente delle dosi più alte di so2 totale a pari so2 libera (che è quella che protegge il vino)
Date regole certe altrimenti ognuno farà quel che vuole, spaccerà aceto per vino naturale e a rimetterci saremo tutti, dal biologico al biodiamico.
Tornando da Natural European Wines a Zurigo ho pensato a don Lorenzo Milani
dicembre 13th, 2011 at 05:50C’è anche da dire Stefano che se si continua a portare avanti il fatto che i difetti fanno parte del naturale, prima o dopo anche l’appassionato di questi ultimi si stancherà e alla fine di questo periodo roseo svanirà.
A quel punto tutti , proprio tutti (biologici, biodinamici, spiritualisoterici) cadranno in un baratro buio e profondo.
Proprio al mercato della fivi abbiamo bevuto un vino naturale dove in etichetta era riportata acidità volatile a 0.94 (limite massimo per legge 1.02) c’è qualcosa che non quadra in tutto ciò non credi?
Luca
Hit parade | I buoni e i cattivi della settimana in cui, ohibò, Zonin ci divenne simpatico
dicembre 10th, 2011 at 14:15Dei buoni ovviamente ;)
Hit parade | I buoni e i cattivi della settimana in cui, ohibò, Zonin ci divenne simpatico
dicembre 10th, 2011 at 14:14Quel punto uno mi fa impazzire di gioia.
Rating | Le agenzie declassano il Prosecco
novembre 21st, 2011 at 20:29Verissimo, attualmente (per assurdo) la doc paga di più rispetto ad entrambe le docg. Credo che i prezzi avranno un calo sensibile con la prossima vendemmia, almeno così dicono quelli più informati di me.
E ora facciamo incavolare gli scienziati del vino parlando di cristallizzazione sensibile
novembre 21st, 2011 at 13:36quindi possiamo considerare la CS un metodo analitico e sicuro?