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Nome: Alessandro Dettori
Membro da: 2010-09-10 15:30:54
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Commenti degli utenti

  1. L'informazione del vino è ammalata, ma per colpa di chi?

    I principianti ed i mediocri c’erano anche prima dell’avvento dei blogger & Co.
    Troppo gossip e poca vera informazione.
    Pochi writer hanno il coraggio di spendersi in inchieste, ci si accoda a posteriori a commentare quelle poche volte che l’ufficio repressione frodi riesce a scovare qualche marachella. Ho sentito dire a giornalisti che non si può penalizzare l’azienda X, anche se i vini sono imbevibili, perché comunque rappresenta un tassello importante per l’economia locale. Queste cose mi fanno rabbrividire. Questa è mafia.
    Il lettore non ha colpe. I veri giornalisti non devono avere uno di riferimento. Si scrive quel che si vive e si pensa. Si fanno le inchieste per cercare di migliorare un poco il mondo in cui viviamo. Scrivere per un pubblico di riferimento è come fare i vini su richiesta.

  2. Champagne | Selosse, un mito quasi inossidabile

    Stavo pensando la stessa cosa…. creiamo una lista d’attesa?

  3. Champagne | Selosse, un mito quasi inossidabile

    Grazie ad un caro amico che me le gira ad ottimissimo prezzo, lo bevo abbastanza spesso. Il mio preferito continua negli anni ad essere sempre l’Initial. Quelli che ho bevuto non avevano il legno in predominanza, erano però sboccature precedenti…
    L’unico che forse non bevo sempre volentieri è il Rosé (piace a mia moglie) a causa del tannino aggressivo.

  4. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Caro Francesco, ti stimo enormemente.
    Se tuo padre non ha subito tre gradi di giudizio, per me rimane innocente. Morto in carcera per colpa dello Stato.

    Ma per i colpevolisti (quale non sono), anche se fosse veramente colpevole, perché un Figlio deve pagare a vita le presunte colpe del padre?

    Grazie Francesco, per mettere in bottiglia vini che sanno di Gente Siciliana di Terra Siciliana, vini che sanno di Vino. Vini che non si piegano alla Mafia del Mercato.
    Grazie tanto, per avermi tolto dall’imbarazzo di scegliere vini siciliani al ristorante. Grazie a te ed a pochi altri amici produttori siciliani, non ho più imbarazzo.
    Alessandro Dettori

  5. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Palermo? Accade in ogni città italiana.

  6. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Vogliamo parlare di Vino e Mafia? Parliamo di noi, di ognuno di noi, di chi ci sta vicino. Sempre a giudicare gli altri a parlar male degli altri a vedere il male negli altri. Ma gli altri per altri siamo noi.
    Commettiamo tanti atti mafiosi ogni giorno molto più dei veri mafiosi. Ogni volta che votiamo chi ci viene consigliato dal nostro datore di lavoro, dal nostro consulente, dal nostro amico d’infanzia dal nostro parroco: è Mafia.
    Ogni volta che cerchiamo di farci togliere la multa: è Mafia. Ogni volta che andiamo a farci visitare dal primario dell’ospedale perché poi sarà lui ad operarci nell’ospedale pubblico (ma senza aspettare una vita): è Mafia.
    Ogni volta che vediamo commettere una rapina, un’ingiustizia e non muoviamo un dito: è Mafia.
    Ogni volta che per la nostra eventuale posizione e/o amicizia otteniamo un privilegio: è Mafia.
    La raccomandazione: è Mafia.
    Frequentare persone che possono darci in cambio qualcosa: è Mafia.
    Il sindacalista/l’avvocato che si mettono occultamente in accordo con la controparte: è Mafia.
    Il Vigile che a te fa la multa perché non ti conosce e non a quello che è passato dopo di te: è Mafia.
    Siamo forse troppo italiani per capire questo? Essere convinti che la Mafia sia quella descritta dai Film non ci permette di comprendere il problema e quindi risolverlo.
    Un virus attecchisce la dove ha vita facile.

  7. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Perché esiste in Italia qualcuno che può permettersi di infangare la memoria di Falcone? Se ci fosse andrebbe internato.
    Se lei ha capito questo, ha capito malissimo.
    Ho scritto che non si può infangare la memoria di Guccione Francesco. Io sto parlando di FRANCESCO GUCCIONE.
    E’ difficile da leggere e capire?

  8. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Caro Noveno Colli di Palermo, accetto l’invito a condannare la Mafia. Fanculo la mafia e tutti i mafiosi. La Mafia è uno dei cancri dell’Italia e del Mondo come lo sono gran parte dei politi ed i semplici cittadini che si fanno i fatti loro anziché condannarla. Lei lo fa? Detto ciò…lei predica bene razzola male. Dare dell’ignorante ad una persona che non conosce è un atteggiamento classico da maffioso, che non accetto.
    Ho titoli per confermarle che le confische possono essere fatte già nel primo grado di giudizio. La Costituzione permette tre gradi oltre al primo (appello e Cassazione). Pertanto può succedere ed è già successo che vengano confiscati beni con la sentenza di primo grado e l’imputato assolto nel secondo grado oppure in Cassazione. Nel frattempo i beni confiscati sono stati assegnati e ritornarne in possesso è molto difficile.

  9. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Non si può neanche infangare la moralità di una persona per qualcosa che non ha commesso. Penso sappia che le confische vengano fatte in via precauzionale e che poi il tutto venga affidato alla burocrazia che purtroppo in molti casi nulla ha a che fare con la Giustizia.

  10. Francesco Guccione e una storia di famiglia che dobbiamo conoscere

    Conosco personalmente Francesco e mi basta.
    Un mafioso di certo non suderebbe le camice come lui per portare avanti la propria azienda.
    Un giornalista ha il diritto/obbligo di informare ma prima di tutto il dovere di informarsi.
    Concordo con Bongiovanni, CentoPassi dovrebbe verificare le confische di terreni per i quali ci sia una sentenza passata in giudicato sino all’ultimo grado di giudizio.
    Alessandro Dettori

  11. Duemilavini 2012 | I 5 grappoli

    Ciao Marco. Questa è una grande notizia.Quando pensi di passare?

  12. Duemilavini 2012 | I 5 grappoli

    …parlavo di Guide.

  13. Bio in Francia | Sylvie Augereau racconta di puzze, digeribilità, ed altri naturismi

    Io non sono offeso e sei liberissimo di esprimere una tua opinione. Tu accetta il anche il mio di parare: il Tenores 2006 non ha fatto male la malo-lattica e non è difettoso. Non ti piace e basta, però non ha difetti. E questo lo dico in maniera oggettivo. Un altra cosa. I miei vini e nella mia cantina non c’è il Bret (si dice Bret e non Bress come dicevi a Vini Naturali a Roma). Anche questo è un dato oggettivo.
    Quando parlo di dati oggettivi mi riferisco ad analisi chimico-organolettiche.
    Sempre pronto a degustare assieme una bottiglia di Tenores 2006.
    Mi fa piacere che ti piacciano i vini naturali a me piace il vino buono ed è buono quando è fatto bene.
    Il “famolo strano” non appartiene al mondo del vino tradizionale e di Terroir in cui mi riconosco. Quindi se un vino ha difetti non lo vendo.

  14. Bio in Francia | Sylvie Augereau racconta di puzze, digeribilità, ed altri naturismi

    Quando spedisco in pedana il vino da tre anni viaggia solo con Camion Frigo. Da martedì prossimo anche il vino che viaggia in cartoni verrà spedito solo con Corriere Frigato.
    Il mio cliente del Lussemburgo (che ho incontrato al Vinitaly) mi ha confermato che i vini li ha fatti viaggiare da Verona senza camion frigo. Mi spiace ma io non ne rispondo. Il vino va fatto viaggiare a temperature da Vino. Il mio cliente si è scusato con me al vinitaly. Ragazzi parliamo di professionalità e poi non siamo in grado di rispettare le regole basilari su trasporto, conservazione e servizio del vino.
    Il vino non era rifermentato affatto. Non confondete la rifermentazione con un vino intorbidito perché “andato a male”. Punto e basta.
    Ho assaggiato i miei vini in diversi Stati del mondo ed erano sempre perfetti. A marzo sono rimasto impressionato dalla qualità del Tuderi 2006 degustato a New York rispetto a quello che avevo assaggiato in Cantina da me una settimana prima.

  15. Bio in Francia | Sylvie Augereau racconta di puzze, digeribilità, ed altri naturismi

    Montes ma quello che scrivi lo pensi veramente?

  16. 7 verità sul Vinitaly che nessuno può contestare

    Il miglior Vinitaly che abbia mai fatto: vecchi amici, vecchi agenti (quelli veri e non i raccoglitori di ordini), nuovissimi contatti che si concretizzano, sopratutto all’estero.
    Ho anche venduto, tanto.
    Molti francesi in fiera. Anche tedeschi con la voglia di comprare non solo vini economici.

    Due importantissimi distributori in due stati importanti stanno costruendo un listino aggiuntivo di aziende che producono vino territoriale-sopratuttobuono-certificati bio.
    Questi importatori sono venuti solo al Vinitaly.

    Sono sempre più convinto della bontà del Vinitaly come contenitore. Il contenuto lo fanno le aziende ed i visitatori che ci partecipano. Come la politica, ci lamentiamo eppoi siamo i primi a non fare niente affinché cambi.

  17. Perché il Tuderi di Dettori merita il viaggio al Vinitaly

    Grazie a tutti per i complimenti. Grazie anche della pazienza infinita che avete avuto nel fare la fila allo stand. L’anno prossimo cercheremo di prendere lo stand grande.

  18. Perché il Tuderi di Dettori merita il viaggio al Vinitaly

    Sono in nave, lasciami il tempo di arrivare…domani mattina mi metterò al lavoro.

  19. Perché il Tuderi di Dettori merita il viaggio al Vinitaly

    Nel sito indicato da Serena è presente il Tuderi 2003 e non il 2006. Mi invii un email per favore, le invierò l’elenco delle enoteche.

  20. Perché il Tuderi di Dettori merita il viaggio al Vinitaly

    Tutti i miei vini, ed in particolare il Tuderi 2006, vanno serviti a 16°C. Temperature più alte scompongono e snaturano.

  21. Perché il Tuderi di Dettori merita il viaggio al Vinitaly

    Il titolo inibisce ogni mia risposta. Un G R A Z I E asciutto e sincero può bastare?
    Alessandro

  22. L'idiozia di due fiere naturali separate dovrà finire prima o poi

    Tre eventi portano solo degli svantaggi a tutti i produttori “naturali” siano essi al Vinitaly, Cerea o Villa Favorita.
    Visitare tre fiere comporta dedicare sempre meno tempo ad ognuna di esse con la perdita sicura di opportunità. In un giorno non si riusciranno a visitare tutti i produttori.

    Inoltre occorre aumentare la schiera dei sostenitori dei vini naturali.
    Quello che dobbiamo fare è “la divulgazione del verbo” , cercare di far capire come lavoriamo anche a chi è distratto. Oppure cercare di fare breccia in chi proprio ci guarda con diffidenza. Queste persone non andranno agli eventi collaterali a priori. Saranno al Vinitaly, sicuramente verranno a fare visita al Padiglione Sardegna, forse passeranno davanti al mio Stand e magari gli verrà la tentazione di assaggiare i miei vini, fare due chiacchiere. Potranno fare immediatamente comparazioni con altri vini dello stesso vitigno e della stessa regione prodotti con metodi convenzionali.
    Da disinteressati e/o contrari al vino naturale, potranno diventare dei veri e propri potenziali clienti e magari clienti.

    Economicamente parlando sarebbe conveniente che tutti andassimo al Vinitaly. Potremmo poi realizzare un “percorso di vini naturali” e promozionarlo con depliant, newsletter, insegna nello stand, ecc. ecc.

    Ho sentito dire che molti produttori vanno agli eventi collaterali perché costano poco. Non è corretto. Io vado con la Regione Sardegna e spendo molto poco per giorni e 12 metri quadrati di stand che mi permettono di gestire più degustazioni contemporaneamente ed anche far sedere qualche mio ospite.

  23. Chi è stato a Roma per i vini naturali ci racconti come è andata

    Per me è stato il primo anno. Il posto pur molto bello risultava sottodimensionato. Critiche costruttive già comunicate a Tiziana Gallo che per la prossima edizione prenderà provvedimenti.

    L’evento per quel che mi riguarda è andato benissimo. Un buon 80% erano operatori del settore (ristoranti, enoteche&simili, wine blogger, giornalisti). Ho registrato anche presenze “straniere” cioè provenienti dalla Toscana, Veneto, Friuli, Piemonte, Lombardia ed anche dalla Sicilia.
    Ho avuto buoni contatti. Tutti molto educati ed attenti, non ho notato enosboroni -- fighetti & co. Molta sincerità da parte di chi degustava.

  24. Chi è stato a Roma per i vini naturali ci racconti come è andata

    …ma frasi contadine tipo “Siamo tornati alla Terra”.

  25. Chi è stato a Roma per i vini naturali ci racconti come è andata

    Perché non rimaniamo sul “pezzo”?
    Anziché parlare dell’atteggiamento dei produttori e delle logiche di produzione perché non parliamo dei vini??
    Vi sono piaciuti? Si, no, per quale motivo?

    Un appunto. Il mondo dei vini “naturali” (termine che non mi convince e non mi piace) con la politica non ha niente a che fare. E’ il mondo dei vignaioli che hanno deciso di non utilizzare chimica di sintesi sia in vigna che in cantina. PUNTO E BASTA.

    Altra cosa “divertente”. Evitiamo di dare giudizi sull’aspetto e sugli atteggiamenti dei produttori di vino a meno che non iniziamo a farlo per tutti e quindi anche su chi al Vinitaly (produttore) si presenta con abito e cravatta super firmati (andamento di chi cammina solo su pavimenti ben puliti), fuoriserie parcheggiata fuori, atteggiamento meneghino….ma frasi contadine tipo:<>.