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Nome: Maurizio Fava
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Commenti degli utenti

  1. Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali

    io ho scritto 20.000 BOTTIGLIE di dolcetto, e non euro.
    E quello buono non si vende a 1 euro a bottiglia, sarebbe di gran lunga sottocosto.
    In ogni modo qualche imprenditore i soldi li ha sempre.
    E’ di oggi la notizia che si salverà il Monte dei Paschi dalla bancarotta con un regalo di 2 (due) miliardi di euro pubblici. Magari quelli presi dalla mia pensione?
    Un mio amico sardo direbbe: “Capito mi hai?”

  2. Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali

    e se è l’acqua calda, allora perchè la sua scoperta la infastidisce tanto?
    Comunque sul costo della campagne pubblicitarie generiche vedo che non ha una nozione precisa. Per le aziende vitivinicole senza altre risorse esterne sono davvero costi proibitivi.
    uno spot di 20 secondi serali in una tv nazionale arriva a costare più di 20.000 (ventimila!) bottiglie di dolcetto.
    Ribadisco che non è alla portata di un’azienda agricola vera, men che mai in Langa.

  3. Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali

    è vero.
    Non ci sono solo banche, si dice ci siano anche la Coop e altri. Ma di queste voci non v’è certezza, per cui non ne parlo mai. Mentre sulla presenza delle Banche nel progetto Eataly (e altre imprese del suo titolare) v’è certezza dichiarata.
    Del resto, tornando al settore del vino, quali aziende agricole vere potrebbero permettersi certe campagne di comunicazione con paginate sui quotidiani e caroselli televisivi da migliaia di euro l’uno?

  4. Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali

    egregio signor Carlo, che mi dà del tu perchè evidentemente mi conosce ma che io non conosco, Le faccio notare che le banche sono parte integrante del business, e in quello di Eataly ci sono eccome.
    Perciò si tratta di “fatti”. E del resto il signor Farinetti mica ha mai detto che così non è. Lo dice Lei, che evidentemente ne sa più di lui.
    Per la mia parte professionale, ebbi modo di prestare consulenza gratuita al progetto iniziale, via Slow Food, in fase di reperimento prodotti dell’iniziale “pacchetto-vetrina qualitativa”.
    Ma non essendomi mai occupato di GDO, non avrei voce in capitolo per tutto il resto. Stia tranquillo, resta tutto a sua disposizione.

  5. Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali

    signor gian, è ancora più facile se non ci si firma, mi creda.
    Ma vedo che Già lo sa.

  6. Se Farinetti dice che ridurre per legge i solfiti del 50% fa aumentare l'export. Ed altri dubbi esistenziali

    my God.
    non se ne può davvero più. Speriamo che, dopo il decennio “elettrodomestico”, finisca presto il decennio “alimentare” del profeta GDO, così andrà a pontificare altrove, anche se temo che ce lo ritroveremo in politica.
    Nel merito, se il suo “ragionamento” fosse qualcosa in più della solita boutade rimbalzata dalla stampa amica (tutta quella che riceve pubblicità da lui direttamente o dal cartello delle banche di controllo), i vini italiani, che storicamente e per legge contenevano molta meno solforosa dei vini francesi, sarebbero leader di mercato da generazioni.

  7. E un giorno arrivò la svolta epocale di Jancis Robinson: "It's time to turn to Piemonte"

    il dibattito sulle affermazioni apparse sul Blog di Jancis, che mi onoro di conoscere de quando ai vecchi tempi di Slow Food traducemmo e pubblicammo il suo bel testo sui vitigni del mondo, prende piede forse su basi sbagliate. Ne’ il campanilismo nazionalistico, ne’ l’esterofilia un po’ provinciale per cui tutto quello che viene da fuori è meglio, mi sembrano chiavi di lettura idonee.
    Caso mai ci si può rammaricare se Mr Speller (e non Jancis) suggerisce di guardare al Barolo (il più grande e storico rosso italiano, indubbiamente) solo come “riempitivo di spazi vuoti in cantina” e meritevole degli “avanzi di budget lasciati dai bordolesi” (che hanno comunque anch’essi i loro problemi sul fronte commerciale e del marketing).
    Ma il nocciolo della questione è la cronica assenza di proposte di marketing, e di conseguenza di credibilità del sistema-Italia, nel vino ma non solo.
    Discorsi ricorrenti da anni, per altro, anche in UK: perfino io ebbi modo di segnalare personalmente il problema a ben TRE ministri della repubblica, nell’ordine OPecoraro Scanio, Alemanno e Zaia… Indovinate con quali risultati :-)
    http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=2140&lang=ita

  8. Concorsi enologici | L'Ais tenta lo scippo ai danni dell'Assoenologi

    già troppe volte ho espresso il mio pensiero, per quel che vale, sui concorsi enologici in Italia.
    Tali concorsi sono come la politica dei politicanti, in cui nessuno crede più e di cui nessuno si fida.
    I concorsi italiani (all’estero una medaglia può ancora avere un ritorno di prestigio e di vendite) sono talmente poco credibili che non servono a nulla in termini commerciali e di ritorno di fatturato per chi vi partecipa.
    Quindi, io denari spesso pubblici che costano sono, semplicemente, GETTATI AL VENTO.
    E tutto questo senza entrare nemmeno nel merito della scelta, della composizione e della capacità tecnica delle giurie, ne’ della loro imparzialità o buonafede, ne’ dei metodi adottati o del valore dei premiati.
    Ma vi cito un concorso delle mie parti, riccamente finanziato da fior di enti pubblici (anche di quelli inutili di cui tutti chiedono la soppressione), che è arrivato a premiare il vino prodotto dall’assessore-sponsor…
    Un ultimo commosso pensiero alla memoria di Gino Veronelli.
    Se sapesse che ci sono politicanti berlusconiani e non che abusano del Suo nome per far parlare di se’ come esperti di vino, non credo ne gioirebbe…

  9. Una donna posa nuda per il Barolo della cantina Clavesana. Ma ha ottant'anni

    Brava Bruna, io aggiungo che nessuna donna che si rispetta userebbe il proprio corpo per vendere.
    Non sono certo un’educanda, ma sono sempre stato disgustato anche dalle tette esposte sui giornali o a Vinitaly, e dai vini acquistati per le medesime.

  10. Una donna posa nuda per il Barolo della cantina Clavesana. Ma ha ottant'anni

    condivido lo sdegno al 100%.
    un danno grave alle Donne e al Barolo. Fossi al Consorzio di Tutela, mi costituirei parte civile per l’oltraggio.

  11. Il giorno più brutto. Intravino chiude

    un pesce di aprile.
    ma letto da me che ho chiuso pochi giorni fa una partita iva… direi che il naso non è pulito e il retrogusto è davvero amaro

  12. Il Corriere della Sera ci prende gusto, altra foto rubata a Intravino. A chi devolviamo i soldi stavolta?

    Gli è che certa stampa è più brava a vendersi che a acquistare

  13. Ezio Rivella può aiutare Barolo e Barbaresco in un modo solo: rimanendo a Montalcino

    mi auguro che l’incontro con rivella sia stato un cordiale incontro tra due consorzi, utile alle pubbliche relazioni e per confrontare problematice.
    GUAI se fosse stato un gesto di sudditanza del Barolo verso un ipotetico “vate” decisamente superato nelle idee e nei fatti.
    Barolo e Barbaresco oggi esistono e sono credibili sul mercato proprio perchè hanno saputo difendersi dai “tagli” bordolesi che hanno spopolato altrove a seguito del rivella-style.
    Sarebbe stato un errore dargli retta trent’anni fa, figuriamoci ora che non c’è più nemmeno il beneficio del dubbio su quell’errata impostazione.

  14. Rigor Montis | Il vino ai tempi della crisi lacrimevole

    i politici e i banchieri (che poi è la stessa cosa) sono gente colta.
    sanno anche di latino.
    per questo ODIANO il vino.
    hanno letto “in vino VERITAS”, e SONO TERRORIZZATI

  15. I Vini Slow di Slow Wine 2012: tutti i premiati

    una puntualizzazione: il Moumbè e BARBERA PIEMONTE.
    con le etichette e i territori bisogna essere precisi.

  16. I Grandi Vini di Slow Wine 2012 assomigliano parecchio al listone dei 3 bicchieri

    direi che non c’è una gran ricerca, sembra un copia-incolla di vecchie guide di qualche anno fa.
    in Piemonte, ad esempio, si è tornati ad abolire il Monferrato, e proprio nell’anno in cui Gambero Rosso ha sdoganato coi trebicchieri il Grignolino e il Dolcetto d’Ovada, dimostrando decisamente un maggior radicamento sul territorio, e una più approfondita conoscenza delle realtà produttive.
    Del resto, poco male: questa guida senza punteggi ha scelto di non avere valore commerciale, no?

  17. Il Cavalier Rivella e la MikeBongiornizzazione del consorzio di Montalcino

    Sono da tempo addivenuto alla conclusione che per far andar meglio l’Italia in ogni settore sarebbe sufficiente prendere gli elenchi dei cavalieri, commendatori e grandufficiali e bandire tutti questi signori da ogni attività di rilevanza collettiva e pubblica.
    Tra l’altro l’autoreferenzialità di codeste nomine sta tra il ridicolo e l’oltraggioso.

  18. 9/11 | Anniversario: lo stai facendo nel modo sbagliato?

    speculazioni di bassa lega, ma non dissimili a quelle che vendono i vini fascisti in Romagna, o che etichettano ciofeche con tutti i pretesti acchiappagonzi: squadre di calcio, volgarità sessuali, santi e madonne… del resto, quanti vini dell’unità d’Italia avete visto?

  19. Dal Pop al Trash | Miss Passerina e Mister Pecorino: le prime immagini

    serie B

  20. Rating | Le agenzie declassano il Prosecco

    una curiosità: ho avuto modo di suggerire personalmente a tre successivi Ministri all’Agricoltura (pecoraro, de castro e alemanno) + a 1 sottosegretario + a qualche decina di assessori una semplice mossa di difesa del prodotto italiano: la registrazione come marchio di tutti i nomi italiani da parte dello stato (che poi l’avrebbe concessa in uso gratuito solo ed esclusivamente ad imprese ITALIANE operanti DAVVERO in Italia.

    ovviamente a nessuno interessò il banale suggerimento…

  21. Rating | Le agenzie declassano il Prosecco

    sta succedendo una cosa analoga col Moscato, in auge nei mercati anglosassoni e in oriente.
    con l’ulteriore beffa che tutto il modo usa la parola “moscato” in etichetta mentre èproprio nella patria del Moscato, il Piemonte, è vietato farlo per vini che utilizzino il vitigno fuori dalla docg

  22. Cinque segnali tangibili che il tuo esperto di marketing del vino è una ciofeca

    ah ah, Simone, ci sono anche quelli che mi hanno detto: ciao, ora ho assunto una persona per il marketing.. e poi scopri che l’unico risparmio che hanno fatto è stato su una camera in meno al vinitaly…
    decisamente per certi imprenditori l’unico sbocco di mercato che interessa è la “lettonia”

  23. Cinque segnali tangibili che il tuo esperto di marketing del vino è una ciofeca

    torno ab ovo: ci sarebbe davvero tanto da fare per il marketing del vino italiano.
    dal ministero (sic!) alla più piccola delle aziende.
    Ma il dramma per i pesci grossi e i politici è che non gli interessa la qualità del lavoro, ma solo quanto renderà a loro PERSONALMENTE, e quindi si va di progetti costosissimi e evidentemente inutili affidati a agenzie “amiche” o “parenti”. Magari disposti a rendere parte del malloppo sottobanco.
    Il dramma per i “pesci piccoli”, o piccolissimi (le aziende più numerose in Italia, e anche ) è che spesso credono di più al fumo che all’arrosto, e sono più disposti a farsi spennare dai magliari che ad accettare consigli utili e lungimiranti di chi davvero lavora con l’obiettivo solido della crescita aziendale. Per questo è tutto un susseguirsi di mordi e fuggi, o “prendi i soldi e scappa..”
    Un altro limite in questo senso è la scarsa liquidità, e la tendenza a non apprezzare e anon voler pagare l’investimento sulle idee: troppi giudicano una strategia come se fosse una tattica (se non porta a VENDITE nel primo semestre, allora non va bene)
    E poi, dulcis in fundo, la scarsa intelligenza imprenditoriale: mentre si è spesso disposti a strapagare il flying winemaker di turno (magari per fare vini banali e INVENDIBILI, o per fargli fare la cresta su attrezzature di cantina inutili o superflue, o peggio per lasciargli decidere le strategie di impianto dei vigneti secondo i suoi gusti e spesso sono scelte che distruggono un’azienda per decenni) si ritiene non necessaria la spesa di poche centinaia di euro per dei buoni e onesti consigli che ti farebbero risparmiare milioni sul medio-lungo periodo (ad esempio, vent’anni fa era già ben chiaro che piantare vitigni internazionali sarebbe stato controproducente, ma pochi dei miei interlocutori hanno caèpito che se gli suggerivo di non farlo era nel loro interesse..)
    Ecco perchè anche nel vino sta vincendo il pressapochismo, e i furbi cacciaballe prevalgono sui seri e sugli onesti.
    Infine un consiglio agli imprenditori: cercate un buon consulente di marketing, ma ancor prima uno per le vendite, ma non dei MILLANTATORI, PRIMA di comprare i terreni, decidere gli impianti e costruire la cantina.
    Attendo i vostri ringraziamenti tra una decina di anni ;-)

  24. Una vigna è segno di pace, la Tav in Val di Susa no

    mi spiace contraddire chi se le beve tutte, ma la parte francese della meravigliosa nuova linea merci che tanti problemi risolverà al mondo è ferma ai soli sondaggi esplorativi, nulla è ancora stato fatto.
    http://www.libreidee.org/2011/07/tav-basta-menzogne-anche-i-francesi-sono-fermi/

  25. Affidare per legge i concorsi agli enologi è un'idea terrificante

    appunto, non bisogna fare di tutte le erbe un fascio, ne’ tutte le commissioni sono uguali. Per questo è meglio fare sempre nomi e cognomi, così da essere chiari e non sparare nel mucchio. Io il ras l’ho incontrato.